Cliente: Curia Arcivescovile di Chieti / Parroco protempore
Luogo: Chieti
Gruppo di lavoro: no
Anno lavoro: 2003

RIFERIMENTI STORICI – CULTURALI

La Chiesa della Madonna delle Piane, intitolata alla Madonna della Catena, ha origini storiche fin dall’inizio del 1600 e, per alcuni, anche molto prima; infatti si parla di una Chiesa rurale di Madonna della Catena in una “Bolla” di Papa Bonifacio VIII, circa la concessione della Indulgenza Plenaria a chi visitasse la Madonna della Catena tutti i venerdì del mese di Marzo.

Una simile “Bolla” attesterebbe naturalmente l’esistenza della Chiesa rurale di Madonna della Catena in località Madonna delle Piane di Chieti.

Considerata l’importanza del complesso di culto, il Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, in data 26.01.1994, prot. n° 2813, in base alla legge n° 1089 del 01.06.1939, ha decretato “che l’immobile denominato Chiesa Madonna delle Piane sito in Comune di Chieti, località Chieti Scalo segnato in catasto al foglio n° 17 particella n° B è sottoposto a vincolo ai sensi della legge 01.06.1939 n° 1089 art. 4”.

DESCRIZIONE DELL’IMMOBILE PRIMA DELL’INTERVENTO

La Chiesa è realizzata su un leggero acclivio, è formata da un’unica navata con nicchie laterali di modesta profondità, orientata Est – Ovest, presenta a Sud, a circa un terzo del corpo di fabbrica principale, la Torre campanaria che, a mio giudizio, è stata realizzata successivamente alla costruzione della Chiesa.

Sul lato dell’accesso, la Chiesa presenta un porticato di altezza inferiore rispetto alla facciata principale.

La struttura portante della Chiesa e del Campanile è in muratura di mattoni pieni, portanti, poggiati su una debole fondazione formata da impasto di acciottolati di fiume.

Le murature perimetrali, sui lati di maggiore lunghezza, prevedono dei contrafforti che innestandosi con i paramenti murari formano una sorta di pilastratura in corrispondenza degli archi a sesto leggermente ribassato.

Il complesso degli elementi richiamati costituisce l’ossatura portante del fabbricato principale; la copertura della navata è realizzata da un pianellato di mattoni che si estende da un arco all’altro, formando una volta a botte.

Tra le pareti laterali e la volta di copertura sono presenti delle lunette nel cui interno sono ricavate delle vetrate.

Il tetto è realizzato in struttura lignea, formata da capriate e travi longitudinali quale orditura principale, travicelli o listelli quale orditura secondaria, sulla struttura lignea è poggiato un pianellato di mattoni che, a sua volta, forma il piano di appoggio del manto di copertura composto da coppi e controcoppi in laterizio.

La struttura lignea portante del tetto poggia sulle murature laterali, nelle opportune sedi, ricavate nel paramento murario.

All’interno della Chiesa, alla sommità dei paramenti murari, si riscontrano delle catene in acciaio con funzione di tiranti.

DIAGNOSI DEL DISSESTO PRIMA DELL’INTERVENTO

Esaminando il quadro fessurativo delle lesioni e la situazione generale dell’edificio si era  rilevato, senza particolari indagini sofisticate, almeno quattro fenomeni che avevano contribuito al dissesto.

– spinta della copertura lignea (deformata) sulla volta e sugli archi;

– spinta degli archi sulle murature perimetrali;

– fondazione poco coerente;

– vetustà del fabbricato ed impoverimento delle malte.

COPERTURA: essa presentava innumerevoli deformazioni sia sull’orditura principale che su quella secondaria, diverse travi risultano lesionate ed altre rotte, sistemate, allo stato, alla meno peggio; il manto di tegole delle due falde, proprio a causa del cedimento della struttura lignea, presentava deformazioni ad arco con la massima flessione a circa metà delle rispettive falde con disposizione parallela alla linea di colmo.

A seguito di tale fenomeno, la struttura portante della copertura (le capriate), venendo a poggiarsi sugli archi e dunque, inducendo una compressione sugli stessi, aveva determinato un’anomala e maggiore spinta sui paramenti murari verticali, generando un effetto di presso-flessione che, nel caso specifico, era aggravato dalla flessione e dal taglio dovuto alla spinta.

Nell’ambito della zona deformata (archi, volta, paramento murario) a dissesto avanzato, si riscontrava un quadro fessurativo all’interno dell’edificio dato da distacchi di intonaci e, nei casi più gravi, di materiale murario.

Bisogna anche dire che la spinta generata sui paramenti murari perimetrali, creava su di essi un aggravio notevole di lavoro, tanto da modificare l’equilibrio generale dell’edificio.

MURATURE: Esse presentavano innumerevoli lesioni sia sui paramenti murari longitudinali che su quelli trasversali.

Dal quadro fessurativo delle lesioni si evinceva che le sopraccitate maggiori spinte si trasmettevano nella zona di attacco della parete muraria con il sistema di fondazione che, a sua volta, non essendo molto consistente, tendeva a ruotare verso l’interno.

PARAMENTI MURARI: I paramenti murari presentavano diverse problematiche di degrado, dovuto in parte alla vetustà ed in parte alla mancata manutenzione.

Il fenomeno, all’epoca, era contenuto grazie all’enorme contributo esercitato dai contrafforti in muratura e dal sistema di tiranti (catena).

INTERVENTI DI PROGETTO: in base a quanto rilevato, visto che trattasi di un edificio con riconosciuta valenza storico-architettonica che, con il suo campanile, rappresenta uno degli esempi più pregnanti di architettura religiosa rurale; considerato che l’immobile presentava gravi problemi strutturali dovuti alle suesposte motivazioni; gli interventi necessari ed urgenti da realizzare sono esposti in ordine prioritario come di seguito riportato:

  1. struttura di fondazione, intervento per ancorare il sistema di fondazione a mezzo di soletta armata e tiranti metallici;
  2. ricostruzione completa della copertura composta da orditura principale (capriate e travi), da orditura secondaria (listelli e pianellato ligneo), aggiungendo un cordolo in c.a. sulle murature perimetrali e l’impermeabilizzazione della copertura;
  3. consolidamento della vota a botte tramite applicazione di fasciature con fibre di carbonio;
  4. opere di restauro conservativo dell’edificio, previa rimozione e rifacimento di intonaci ammalorati, risarcitura delle lesioni, opera di “cuci e scuci” ;
  5. intervento di recupero conservativo-strutturale del campanile che potrà essere individuato in dettaglio solo dopo rilevamento e controlli con l’ausilio di tecniche che vede impegnate attrezzature specifiche e particolarmente onerose.

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI DI RECUPERO STRUTTURALE E RESTAURO CONSERVATIVO ESEGUITI.

FONDAZIONI: Per quanto riguarda il sistema fondale è stato eseguito il consolidamento della fondazione esistente, realizzando una soletta in c.a. per l’intera superficie della pavimentazione della Chiesa, collegando la stessa con barre di acciaio fissate con resine alla fondazione esistente; oltre ad un adeguato numero di micropali, collegati ad un sistema di centine, tiranti e piastre in acciaio, posizionamento all’interno del campanile al fine di realizzare, in solido con la muratura, il consolidamento dello stesso.

L’intervento si prefigge una doppia finalità, la prima, quella di ripartire meglio il carico proveniente dalla struttura sovrastante (copertura, volta, murature); la seconda, quella di recuperare il campanile alla sua funzione principale quale torre campanaria.

TETTO: Si è trattato di un intervento di risanamento, realizzato previo la rimozione completa della copertura lignea esistente, il consolidamento della muratura perimetrale, la ricostruzione di nuova copertura in legno.

Il consolidamento della muratura perimetrale si è concretizzato tramite la realizzazione di un cordolo in cls armato.

La nuova struttura portante della copertura è stata realizzata con capriate in legno lamellare, travature lignee principali ed orditura secondaria composta da correnti in legno, pianellato in legno con sovrastante protezione impermeabile a posa del manto di tegole recuperate.

VOLTA: Si è trattato di intervento di consolidamento-strutturale atto a risanare la volta a botte a copertura dell’unica navata della chiesa.

Come già evidenziato in progetto la volta presentava varie lesioni che correvano lungo tutto l’arco a ridosso della centina.

L’intervento di consolidamento strutturale è stato effettuato sull’estradosso della volta a mezzo di fasciature con fibre di carbonio monodirezionale da 20 cm e stuole di fibra di carbonio bidirezionale da 30 e 40 cm, applicati sulle centine e sulla volta previo accurata esecuzione del procedimento applicativo.

All’intradosso della volta è stato effettuato un intervento di restauro conservativo atto al ripristino e risarcitura delle lesioni con malta di calce antiritiro, alla rimozione e rifacimento degli intonaci ammalorati con malte compatibili con la fabbrica esistente.

PARAMENTI MURARI: Esterno edificio: gli interventi realizzati sono di seguito sintetizzati:

  • ristabilire parzialmente la coesione delle malte con successiva protezione della parete con prodotti adeguati;
  • stuccatura dei giunti degradati, delle lesioni, ripresa muraria dove si rende necessaria e consolidamento statico;
  • rimozioni dei depositi di polveri;
  • disinfestazione della vegetazione superficiale;
  • rimozione di incrostazioni e protezione finale di soglie e stipiti in pietre.